Siamo alla vigilia del XII Congresso Nazionale degli Attuari e
la prima considerazione riguarda la partecipazione. Saremo oltre
1.000 tra Attuari e non, numeri che hanno dello straordinario se si
pensa che ad oggi sono iscritti all'albo 1.013 Attuari, e
considerando relatori esterni e ospiti più di 1.100. Un segno
importante di come il progetto di sviluppo della professione messo
in atto ormai da 7 anni dall'Ordine degli Attuari stia dando frutti
significativi e di come, in particolare, la comunicazione di
sostanza a tutti i livelli, opinione pubblica, istituzioni e
politica, mondo privato, internazionale, sia stato, tra i tanti,
uno degli elementi di svolta di questa vera e propria
trasformazione per la nostra professione, esperienza italiana
peraltro che sta diventando un punto di riferimento per l'Europa,
anche se lo sviluppo in se cammina comunque e ovunque in modo
graduale (sempre in crescita, a breve gli Attuari saranno 100.000
nel Mondo, da sempre una delle tre professioni più
richieste).
Un Congresso, questo di Roma, pieno di molteplici significati. Gli
aspetti professionali e scientifici attuali, ma già tutte le
frontiere del domani e del prossimo futuro con notevoli
approfondimenti su temi forti quali il Welfare, l'ERM (Enterprise
Risk Management), i Dati, l'IFRS17 e il progetto di sviluppo della
professione, confronti con la politica, il mondo delle imprese,
finanziarie e non, le altre professioni passando per la consulenza
strategica e l'accounting, le associazioni di categoria, le
autorità di vigilanza, il mondo internazionale, Enti e Fondi, il
mondo del brokeraggio e della riassicurazione, le Università, la
Stampa.
Un Congresso in cui non manca proprio nulla, pronto a far
decollare definitivamente l'Attuario già dal Volto Nuovo verso
l'Attuario Manager, proiettato verso le nuove frontiere, i nuovi
spazi professionali, la governance, in un mondo che cambia
velocemente, anche per effetto dell'evoluzione tecnologica, e che
ci vedrà in Italia e nel Mondo sempre più protagonisti dei destini
della Società, nella valutazione dei grandi rischi che colpiscono i
cicli economici; una figura professionale, quindi, a tutto tondo
sia a supporto dei decision-makers sia essa stessa protagonista
nella governance ai più alti livelli.
Mi auguro quindi che da questo Congresso possano uscire messaggi
forti e indicazioni di sostanza nella direzione della gestione
sempre più professionale dei rischi.
Giampaolo Crenca
Presidente Consiglio Nazionale Attuari