Da un seminario a Roma il messaggio dell'Ordine degli
Attuari:
"LA NUOVA FUNZIONE ATTUARIALE NELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE
VA AFFIDATA A PROFESSIONISTI QUALIFICATI"
- Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari Giampaolo
Crenca: "I requisiti richiesti dalla Direttiva europea Solvency II
corrispondono perfettamente in Italia alla cultura e alla
formazione professionale dell'attuario iscritto all'Albo".
- Candidatura forte per un ruolo determinante nell'ambito della
valutazione e gestione del rischio.
- La lunga storia della professione in Italia e i compiti
autonomi e indipendenti affidati agli attuari dalle leggi in
materia assicurativa e previdenziale.
Forti della propria storia professionale e del ruolo
fondamentale che svolgono nelle assicurazioni e nella previdenza,
gli Attuari italiani sono pronti ad assumersi le responsabilità
organizzative e di governance della nuova Funzione Attuariale
prevista dalla Direttiva europea Sovency II per la valutazione e la
gestione dei rischi nelle imprese di assicurazione. I compiti che
la Direttiva definisce con precisione, e i requisiti che richiede
per le persone cui questi compiti saranno affidati, sia operativi
che di controllo, corrispondono perfettamente in Italia alla figura
dell'Attuario per la quale è previsto anche uno specifico Albo
professionale, in quanto professione regolamentata riconosciuta
dalla normativa italiana per molti ruoli cruciali a garanzia di
indipendenza, competenza e qualità della prestazione
professionale. Per questo l'Ordine degli Attuari chiede che
la Funzione Attuariale, nel rispetto di quanto previsto da Solvency
II, sia svolta da professionisti qualificati.
I REQUISITI RICHIESTI DALLA DIRETTIVA
EUROPEA
"La Funzione Attuariale- si legge nel testo di Solvency II-è
esercitata da persone che dispongono di conoscenze di matematica
attuariale e finanziaria, commisurate alla natura, alla portata e
alla complessità dei rischi inerenti all'attività dell'impresa di
assicurazione o di riassicurazione e che sono in grado di
dimostrare un'esperienza pertinente in materia di norme
professionali e di altre norme applicabili". Secondo
Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari,
"si registra un'aderenza perfetta tra la cultura e la formazione
professionale dell'Attuario iscritto all'Albo e i requisiti
richiesti per la Funzione Attuariale". "Anche la lettera al mercato
emanata il 15 aprile scorso dall'IVASS, l'istituto di vigilanza
sulle assicurazioni - osserva il presidente del Consiglio Nazionale
degli Attuari - ha di fatto rimarcato quegli aspetti richiamando
in modo esplicito quanto previsto dalla Direttiva Solvency
II".
FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA
A fronte dell'identikit tracciato dalla Direttiva europea, gli
attuari italiani iscritti all'Albo vantano titoli di studio
specialistici, hanno sostenuto un Esame di Stato, seguono per tutta
la vita professionale un percorso obbligatorio di aggiornamento
continuo (anche su Solvency II), sono sottoposti ad un Codice
deontologico e alla vigilanza del ministero della Giustizia.
Possiedono inoltre un'esperienza pertinente in materia di norme
professionali con il supporto di linee guida emanate dalle
organizzazioni internazionali degli Attuari, dall'Authority europea
EIOPA e dall'Ordine degli Attuari.
UNA FIGURA RICONOSCIUTA DALLE NORME SU ASSICURAZIONI E
PREVIDENZA
Anche la storia della professione in Italia, con le delicate
responsabilità che il legislatore e l'autorità di vigilanza hanno
affidato agli Attuari sin dagli esordi della Repubblica,
rappresenta secondo Giampaolo Crenca una credenziale che rafforza
ulteriormente la candidatura degli Attuari qualificati ed abilitati
per assumere le responsabilità previste dalla Funzione Attuariale;
ciò sin dal presidio organizzativo all'interno delle Compagnie,
auspicano gli Attuari, che l'Ivass ha chiesto di anticipare in
vista dell'entrata in vigore di Solvency II.
In Italia le norme sul settore assicurativo stabiliscono sin
dagli Anni Cinquanta che sia un attuario a certificare le riserve
matematiche del ramo vita, e dagli Anni Settanta esiste la figura
dell'attuario incaricato dalla Società di revisione per la
certificazione delle riserve tecniche. Risale al 1997
l'introduzione nel ramo vita dell' Attuario Incaricato, figura
prevista dal 2004 anche nel ramo dell'assicurazione obbligatoria RC
auto. Agli attuari è stata affidata dal 2012 anche la
responsabilità della certificazione obbligatoria delle riserve
tecniche dei fondi pensione che coprono direttamente i rischi
biometrici così come il rendimento degli investimenti, o un
determinato livello di prestazioni, oppure eroghino
rendite.
"La Funzione Attuariale- si legge nel testo di Solvency II-è
esercitata da persone che dispongono di conoscenze di matematica
attuariale e finanziaria, commisurate alla natura, alla portata e
alla complessità dei rischi inerenti all'attività dell'impresa di
assicurazione o di riassicurazione e che sono in grado di
dimostrare un'esperienza pertinente in materia di norme
professionali e di altre norme applicabili". Secondo
Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari,
"si registra un'aderenza perfetta tra la cultura e la formazione
professionale dell'Attuario iscritto all'Albo e i requisiti
richiesti per la Funzione Attuariale". "Anche la lettera al mercato
emanata il 15 aprile scorso dall'IVASS, l'istituto di vigilanza
sulle assicurazioni - osserva il presidente del Consiglio Nazionale
degli Attuari - ha di fatto rimarcato quegli aspetti richiamando
in modo esplicito quanto previsto dalla Direttiva Solvency
II".
FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA
A fronte dell'identikit tracciato dalla Direttiva europea, gli
attuari italiani iscritti all'Albo vantano titoli di studio
specialistici, hanno sostenuto un Esame di Stato, seguono per tutta
la vita professionale un percorso obbligatorio di aggiornamento
continuo (anche su Solvency II), sono sottoposti ad un Codice
deontologico e alla vigilanza del ministero della Giustizia.
Possiedono inoltre un'esperienza pertinente in materia di norme
professionali con il supporto di linee guida emanate dalle
organizzazioni internazionali degli Attuari, dall'Authority europea
EIOPA e dall'Ordine degli Attuari.
UNA FIGURA RICONOSCIUTA DALLE NORME SU ASSICURAZIONI E
PREVIDENZA
Anche la storia della professione in Italia, con le delicate
responsabilità che il legislatore e l'autorità di vigilanza hanno
affidato agli Attuari sin dagli esordi della Repubblica,
rappresenta secondo Giampaolo Crenca una credenziale che rafforza
ulteriormente la candidatura degli Attuari qualificati ed abilitati
per assumere le responsabilità previste dalla Funzione Attuariale;
ciò sin dal presidio organizzativo all'interno delle Compagnie,
auspicano gli Attuari, che l'Ivass ha chiesto di anticipare in
vista dell'entrata in vigore di Solvency II.
In Italia le norme sul settore assicurativo stabiliscono sin
dagli Anni Cinquanta che sia un attuario a certificare le riserve
matematiche del ramo vita, e dagli Anni Settanta esiste la figura
dell'attuario incaricato dalla Società di revisione per la
certificazione delle riserve tecniche. Risale al 1997
l'introduzione nel ramo vita dell' Attuario Incaricato, figura
prevista dal 2004 anche nel ramo dell'assicurazione obbligatoria RC
auto. Agli attuari è stata affidata dal 2012 anche la
responsabilità della certificazione obbligatoria delle riserve
tecniche dei fondi pensione che coprono direttamente i rischi
biometrici così come il rendimento degli investimenti, o un
determinato livello di prestazioni, oppure eroghino
rendite.