Cari colleghi/e,
facendo seguito a precedenti comunicazioni e comunicati stampa in
cui l'Ordine degli Attuari ha preso posizione sul tema pensioni ed
in particolare sulla questione dell'adeguanento dei requisiti
pensionistici all'aspettativa di vita, sono lieto di comunicarVi
che la recente Legge di Bilancio al comma 155, nell'istituire la
"Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle
occupazioni, anche in relazione all'età anagrafica e alle
condizioni soggettive dei lavoratori e delle lavoratrici, anche
derivanti dall'esposizione ambientale o diretta ad agenti patogeni"
ha previsto la partecipazione anche di rappresentanti del
"Consiglio superiore degli Attuari". Esprimo quindi soddisfazione
perchè le nostre istanze sono state ascoltate; in merito si
ringraziano i colleghi dell'INPS che hanno seguito da vicino la
vicenda, il supporto fornito dalla Commissione Pensioni e la
consolidata e forte interlocuzione che ai più alti vertici apicali
è stata perseguita dal Consiglio Nazionale, in particolare con il
mondo politico e sindacale.
Sto già provvedendo inoltre a segnalare, in particolare al
Ministro del Lavoro, che il Consiglio Superiore degli Attuari
formalmente non esiste; il legislatore non poteva pertanto che
riferirsi al Consiglio Nazionale degli Attuari, organismo apicale
della professione ai sensi della normativa vigente degli ordini
professionali. Ci auguriamo pertanto che nel decreto
istitutivo/applicativo venga apportata la suddetta
correzione.
Rileviamo inoltre con favore che nello stesso comma 155 e anche
nel commma 158 ("Commissione tecnica di studio sulla
classificazione e comparazione, a livello europeo ed internazinale,
della spese pubblica nazionale per finalità previdenziali e
assistenziali") tra i partecipanti designati dalle organizzazioni
maggiormente rappresentative sul piano nazionale dei datori di
lavoro e dei lavoratori, siano stati indicati anche esperti in
materie attuariali, quanto mai attinenti. Però nel comma 158 non si
comprende, a maggior ragione e anche in analogia, l'assenza tra i
partecipanti del Consiglio Nazionale degli Attuari che ci auguriamo
possa essere recuperato in sede di decreto istitutivo/applicativo
(anche in tal caso sto sollecitando il Ministero del Lavoro)
Si tratta di un risultato molto importante sul piano della
visibilità di sostanza della nostra professione costruito giorno
dopo giorno in un processo evolutivo di consolidamento di relazioni
con il mondo esterno sempre più intenso che evidenzia come gli
Attuari e le loro capacità sono ormai note non solo agli addetti ai
lavori ma a livello politico, istituzionale, opinione pubblica,
ecc... che è e rimane uno degli obiettivi del più generale progetto
di sviluppo della professione partito 6 anni fa che sta dando via
via i suoi frutti.
Un caro saluto
Giampaolo Crenca
Presidente Consiglio Nazionale Attuari