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Rassegna Stampa - 11/04/2023

 

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07/04/2023

Divari di genere, alle donne 264 euro in meno a settimana rispetto ai colleghi uomini

 

CONSIGLIO NAZIONALE ATTUARI

 

ilsole24ore.com 07/04/2023

 

Divari di genere, alle donne 264 euro in meno a settimana rispetto ai colleghi uomini

Divari di genere, alle donne 264 euro in meno a settimana rispetto ai colleghi uominiI numeri elaborati dal Consiglio nazionale degli Attuari insieme a Noi Rete Donne e presentati a Roma. Fornero: «Usare il welfare per colmare la disparità sin dall'infanzia» 7 aprile 2023 (IMAGOECONOMICA) I punti chiave Occupazione e reddito Effetto figli Le pensioni Le ricette Ascolta la versione audio dell'articolo Retribuzione media lorda settimanale di 468 euro conto i 604 euro degli uomini; reddito da pensione (di vecchiaia) in media di 1321 euro contro i 1.970 euro della popolazione maschile. Per non parlare poi del tasso di occupazione: quello femminile si attesta al 55%,tra i più bassi d'Europa. Nonostante le ultime generazioni abbiano raggiunto un livello di istruzione e di rendimento scolastico superiore a quello degli uomini, e pur in presenza di una normativa tra le più avanzate in Europa, le donne in Italia continuano a lavorare poco, a guadagnare di meno e ad avere pensioni più basse. Senza contare le minori opportunità di carriera. I numeri aggiornati di una disparità che non conosce fondo sono emersi il 29 marzo a Roma nel corso del seminario dal titolo 'Le scomode cifre dell'Italia delle donne', introdotto da Tiziana Tafaro, presidente del Consiglio nazionale degli Attuari, e da Daniela Carlà, promotrice di Noi Rete Donne, che ha visto la partecipazione - tra gli altri - del giuslavorista Giuliano Cazzola e di Elsa Fornero. Secondo la ex ministra del Lavoro, in Italia abbiamo un welfare sbilanciato sulla parte finale del ciclo di vita: le pensioni. «E un riflesso condizionato, quando pensi al welfare, pensi alle pensioni perché, fra l'altro, è la parte di spesa sociale ben più rilevante - ha detto nel corso del seminario - . In realtà il welfare riguarda tutta la vita lavorativa, perché nella vita lavorativa si formano o si disfano le famiglie, e si hanno figli e c'è la difficoltà per esempio di conciliare la vita di lavoro con la vita familiare per le donne. Ma c'è anche tutto il prima: il welfare, quindi, lo dobbiamo vedere legato al concetto di vita intera. Che colpa ha un bambino se nasce in una famiglia che, essendo povera, non gli dà la giusta alimentazione o che non dà importanza alla scuola? Allora il compito del welfare dello Stato sociale è di cominciare a ridurre le disparità dall'inizio». Ma andiamo per ordine. Occupazione e reddito Nel 2021 il reddito pensionistico medio lordo mensile delle circa 3 milioni di pensionate italiane di vecchiaia era di 1.321,14 euro, contro 1.970,19 euro dei circa 5 milioni di pensionati maschi. Il cosiddetto 'differenziale di genere' è il 32,9%: significa che rispetto alla media del totale dei pensionati di vecchiaia, gli uomini percepiscono il 32,9% in più. Dietro ai numeri dei pensionati, hanno spiegato le relatrici Liana Verzicco e Giuliana Coccia, ci sono quelli del lavoro: il tasso di occupazione delle donne di età 20-64 anni in Italia è il 55%, oltre 14 punti percentuali in meno rispetto alla media europea e oltre 18 punti rispetto alle economie più avanzate d'Europa (il distacco con la Germania è di 22 punti percentuali). Nonostante il cambio di passo delle generazioni più giovani, in Italia le donne continuano a essere impiegate soprattutto nei servizi pubblici, in particolare istruzione e sanità e in generale nei servizi alla persona. Questa è una delle cause di redditi medi inferiori alle donne, unitamente alla maggiore esposizione a lavori precari. Nel 2021 la retribuzione media lorda settimanale è stata di 603,88 euro per gli uomini e di 468,12 euro per le donne. Rispetto alla media totale delle retribuzioni gli uomini guadagnano quindi - al lordo - il 22,5% in più. Scopri di più Effetto figli Un peso determinante lo ha anche la difficoltà di conciliare vita lavorativa e carichi familiari, che influisce negativamente sulla carriera. Per comprendere il fenomeno le relatrici del seminario Attuari-Noi Rete Donne hanno fornito un dato che riguarda le madri di figli in età pre-scolare. Su 100 donne tra 25 e 49 anni di età, 73 hanno figli piccoli e di queste 27 non lavorano. Le pensioni I dati raccontano come la situazione femminile non è gran che variata nel tempo e si stima che non varierà nei prossimi anni se non si agisce oggi sul lavoro femminile delle ultra-quarantenni. Attualmente il numero delle lavoratrici è minore rispetto ai lavoratori uomini, con retribuzioni più basse e quindi fra 20 anni nel 2044 si stima che anche le future pensionate di invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs) diminuiranno rispetto ai pensionati maschi, contrariamente a quanto avviene oggi. Nel 2039 si verificherà un picco di circa 2,5 milioni di pensionati in più di entrambi i sessi rispetto al 2021. Sono i baby boomer, i numerosi nati tra il dopoguerra e il 1965, che da attivi diventano pensionati, a fronte di nascite previste da Istat fino al 2044 sotto i 400.000 nati l'anno; dopo il 2044 il sistema tenderà a riequilibrarsi automaticamente, ma nel frattempo si dovrà reggere l'urto. Le ricette Occorre incrementare il lavoro femminile delle donne più giovani con politiche di welfare mirate ad aiutare la donna nella maternità, eliminando le cause dei disincentivi al lavoro e sollevandola dai lavori di cura. E occorre anche elaborare, osservare e analizzare i dati di questo mondo a volte sommerso. Lo spiega Daniela Carlà, animatrice di Noi Rete Donne e 'regista' dell'evento. «L'obiettivo di questa iniziativa - ha detto - nata nell'ambito delle azioni per la diffusione delle informazioni sulle disparità di genere, è fornire una fotografia della situazione del lavoro e delle pensioni attraverso una panoramica della condizione femminile, grazie a dati amministrativi, statistici ed a indicatori aggiornati, pubblicati on line da Inail, Inps e Istat che hanno consentito un analisi integrata del fenomeno e stime sulle prospettive future». Conoscere per deliberare, diceva Luigi Einaudi. Conoscere per governare i fenomeni dice Noi Rete Donne. Riproduzione riservata ©

 


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